giovedì 26 luglio 2012

Trovami nei tuoi sogni

Ciao Paola, il sole che ci ha fatto incontrare splende ancora molto alto e le impronte dei nostri piedi nella sabbia fredda di dicembre non sono state cancellate dalle onde del bagnasciuga.
Tanti anni fa, quando non trovavo più me stesso, ho trovato il tuo abbraccio e da allora non ne ho più potuto fare a meno. Ho scelto di proteggerti e di essere protetto, di essere al tuo fianco.
Ci siamo conosciuti per caso, per una tua telefonata sbagliata, una sequenza di cifre digitate in modo errato. "Pronto?" "Ciao, sono Paola..." "Paola chi?...Ne conosco tre o quattro". Ma quel tuo accento, così leggero e suadente, non mi era familiare. Chissà perché non abbiamo chiuso il telefono, anzi abbiamo parlato fino a scaricare la batteria. E, visto che ero sotto l'ombrellone al Poetto, ci siamo dati appuntamento per risentirci la sera, ognuno a casa propria. A duemila chilometri di distanza.
Da quel momento sei diventata la mia principessa, la complice con la quale sopravvivere alle tempeste, gli occhi da riconoscere in mezzo a miliardi di altri occhi, la voce da distinguere anche nel più assordante dei rumori, la mano da tenere stretta quando sembra di perdere l'equilibrio, il pensiero consolatore quando il destino si mette di traverso.
Abbiamo superato prove molto impegnative, ma senza mai cercare la luna nel pozzo o riempire d'acqua sacchi di iuta. Abbiamo spostato i macigni che potevamo spostare in due, diviso il pane quando ce n'era soltanto per uno dei due. Ci siamo stretti se le coperta era troppo piccola e fuori c'era freddo.
Ho sempre invidiato quella tua capacità di prendere decisioni coraggiose con una semplicità disarmante, quel tuo modo sfrontato di esorcizzare le paure, di restituire la pioggia alle nuvole con lo sguardo. Quella apparente fragilità che fa sembrare forte la mia irruenza. Quel talento che ti ha fatto sopportare con naturalezza un orso come me.
Nutro un'ammirazione quasi religiosa per il tuo spirito benedettino, minimale e discreto, che ti fa trarre dalle piccole soddisfazioni quotidiane l'energia per aggredire i grandi problemi della vita. E' uno dei segreti per vivere bene.
Ti avviso che ho intenzione di dirti ancora per tanti anni che provo un'immensa tenerezza ogni volta che fingi interesse quando ti propongo di guardare con me, per la millesima volta, una puntata del commissario Maigret con Gino Cervi. Io che amo tanto il bianco e nero e le atmosfere retrò mi illudo di averti convinto ad apprezzare certi capolavori con la frase "Ma ci pensi che siamo l'ultima generazione che ha ancora ricordi in bianco e nero?".
Sino a Maigret ci arrivi, ma il jazz no, proprio no. La frase ad effetto non ha funzionato sino a quel punto. Ma va bene lo stesso.
Non posso pretendere di colonizzare i gusti di chi mi ama. Fai già tanti sforzi, non devo approfittarne.
Pensare che per me hai abbandonato la tua terra. Per un salto nel buio, in fondo. Vorrei farti capire appieno quanta dolcezza invade i miei occhi quando ti vedo davanti al tuo portatile, con cuffie e microfono, mentre parli con tua figlia, così lontana. Ti vedo in controluce, illuminata da una piccola abat-jour. Che Dio ti conservi sempre così serena, amore mio.
Stanotte, nella nostra camera da letto con le finestre nel tetto, mi sono addormentato guardando una stella. Ma non era una stella del cielo, eri tu che dormivi accanto a me, Paoletta. E mentre ascoltavo il respiro leggero del tuo sonno, pensavo al tuo sorriso che, dopo tanto tempo, sa ancora commuovermi ed emozionarmi. Pensavo anche che soltanto un'anima sensibile come te poteva assistere anziani ed infermi come fai tutti i giorni, con una leggerezza che aiuta a sollevare la croce. Quella stessa croce sulla quale tanti altri, invece, si appoggiano per compassione, finendo per appesantirla.
Tanti anni fa abbiamo iniziato un valzer lento, io che non so ballare e tu che balli benissimo. La musica la sentiamo solo noi due, gli applausi del pubblico non ci interessano. Per stare bene con te posso essere me stesso, non ho alcun bisogno di fingere di essere qualcun altro. Con il passare del tempo, io conterò le tue nuove rughe e tu conterai i miei capelli sempre più bianchi. E sarà bello perdere il segno e dover ricominciare, magari perché senza occhiali non ci vedremo più tanto bene.
Ma noi sappiamo ridere anche del passare del tempo.
Scaldami ancora cento anni con quel sorriso, cercami sempre nel posto più sicuro del tuo cuore, accompagnami nel viaggio, tienimi la mano nel buio, aspettiamo insieme un'altra alba. E se ci dovessimo addormentare, trovami nei tuoi sogni.



 


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